Il costo del paese illegale

Il fatto è che nelle economie avanzate la corruzione non rappresenta soltanto un danno economico diretto per lo Stato, ma in combutta con la cattiva burocrazia si trasforma in un formidabile freno allo sviluppo.
La Corte dei conti non ha mai confermato la valutazione di un costo di 60 miliardi l’anno. Ma di sicuro, se sono vere le stime del governo Monti secondo cui la corruzione farebbe salire di almeno il 40 per cento il prezzo delle opere pubbliche, non ci andiamo troppo lontani. Questo però è ancora niente rispetto agli effetti nefasti sull’intera economia. La corruzione mortifica la concorrenza e blocca l’innovazione: perché spendere per migliorare i prodotti e rendere più efficiente la propria azienda quando si può vincere un appalto pagando una mazzetta? La corruzione colpisce dunque alle fondamenta la competitività del sistema Paese, in un rapporto simbiotico con la burocrazia parassitaria. Più cresce la burocrazia, più aumentano le occasioni per corrotti e corruttori. È quasi una legge fisica che, si badi bene, non vale soltanto per le imprese e gli appalti pubblici. Ed è questo forse l’aspetto più grave e allarmante. Grazie a una burocrazia sempre più pervasiva e autoreferenziale la corruzione è diventata molecolare, penetrando così in profondità da impregnare interi pezzi della società italiana. A cominciare dalla stessa Capitale. Nel libro scritto dall’ex assessore alla Legalità del Comune di Roma Alfonso Sabella con Giampiero Calapà («Capitale infetta») si racconta di una metropoli nella quale le metastasi non hanno risparmiato alcun settore dell’amministrazione.
Il germe che ha fatto dilagare la corruzione a tutti i livelli, sostiene il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, è nel fatto che per esercitare diritti elementari riconosciuti dalla Costituzione (come la salute…) siamo invece spesso costretti a chiedere favori. Tanto i labirinti burocratici sono impenetrabili che la ricerca delle scorciatoie è inevitabile. Se questo è vero basterebbe ricondurre la burocrazia alla sua funzione di semplificare, anziché complicare, la nostra vita. C’è solo il piccolo problema che dovrebbe occuparsene la politica. E purtroppo, in tutti questi anni, abbiamo visto i risultati.
Sergio Rizzo
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